PROGRAMMA

Robert Schumann (Zwickau, 8 giugno 1810 – Endenich, 29 luglio 1856), Fantasia op. 17

I. Durchaus fantastisch und leidenschaftlich vorzutragen; Im Legenden-Ton
II. Mäßig. Durchaus energisch
III. Langsam getragen. Durchweg leise zu halten.

Clara Wieck Schumann (Lipsia, 13 settembre 1819 – Francoforte sul Meno, 20 maggio 1896), Tre Romanze op. 21

Andante
Allegretto
Agitato

Johannes Brahms (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897), Variazioni su un tema di Schumann op. 9

Thema Ziemlich langsam
Var. I
Var. II Poco più moto
Var. III Tempo di tema
Var.. IV Poco più moto
Var. V Allegro capriccioso
Var. VI Allegro
Var. VII Andante
Var. VIII Andante (non troppo lento)
Var. IX Schnell
Var. X Poco Adagio
Var. XI Un poco più animato
Var. XII Allegretto, poco scherzando
Var. XIII Non troppo Presto
Var. XIV Andante
Var. XV Poco Adagio
Var. XVI

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"Le fil rouge" di casa Schumann

di Cinzia Decataldo

Secondo un’antica leggenda giapponese, un filo rosso unisce le vite di due anime gemelle, due amanti, due persone destinate l’uno all’altra, talvolta senza nemmeno che essi stessi ne siano consapevoli. Il filo, rosso come il sangue, non si può recidere e intreccia le loro storie anche quando sono lontani, anche se prima o poi, inesorabilmente, li condurrà l’uno dall’altra.

Si tratta come si vede di un archetipo comune a molte tradizioni culturali, compresa quella popolare mitteleuropea della fiaba, ma la storia, questa volta, non ha un lieto fine. Il filo rosso questa volta non può scegliere, troppo forti “le affinità elettive” e i sentimenti in gioco nelle vite di Robert Schumann, di Clara Wieck e di Johannes Brahms.

La storia è nota: Robert e Clara sono uniti da un amore sincero e profondo che si incardina anche nella reciproca ammirazione, Johannes ama di un amore segreto e impossibile Clara, pur nutrendo una devozione assoluta nei confronti di Robert.

Sembrerebbe una banale storia sentimentale, una comune trama di triangolazione amorosa, ma non è così. Siamo invece di fronte ad una grande scena romantica, ora lirica, ora drammatica, persino tragica. I tre protagonisti, che condividono il dono della Musica e il mistero del genio, sono fieri e doloranti portatori dei più nobili sentimenti, tra cui rispetto, discrezione, umiltà, devozione e una ammirazione reciproca capace di tener lontana l’invidia più volgare.

Ma è l’Amore che rende questa storia degna di essere raccontata. Perché per questi personaggi geniali, inevitabilmente dotati di ego smisurati, amare vuol dire, invece, prendersi cura dell’amato, con devozione e dedizione, anche quando questo é doloroso assai, come per Clara di fronte alla follia che le porta via Robert. Amare vuol dire per Robert spendersi con clamorosa generosità e senza riserve per supportare con tutto il peso del suo prestigio il giovane amico, che pure aveva ragione di temere come un potenziale rivale, lanciandone la carriera e indicandolo come il futuro.

E se colpisce la tenerezza di questa accezione gratuita del verbo amare, addirittura sublime è il coraggio di accedere alla sua declinazione suprema: la rinuncia. Così la rinuncia di Clara, grande pianista e interprete tra i massimi del suo tempo, che limita la sua carriera, fino a fermarla, per stare vicina al suo uomo visionario, così la discrezione e il rispetto che Johannes si impone anche dopo la morte di Robert, rinunciando a farsi avanti e, forse, alla sua stessa felicità.

Tre voci, dunque, forti e singolari, autonome tanto da potersi bastare eppur che si rispondono, necessarie l’una all’altra: nella temperie romantica, in cui vita e arte sono esasperatamente una cosa sola e la temperatura emotiva raggiunge livelli febbrili insostenibili, le vite di tre musicisti si sono incontrate, semplicemente, intrecciando, come trama e ordito, vita e arte, musica e preoccupazioni quotidiane, capaci persino di accostare l’estasi della bellezza e l’orrore della malattia. Ne è scaturito un legame sottile ma al contempo profondo, silenziosamente implicito, diremmo intimo, in cui il filo rosso intreccia subliminalmente riferimenti musicali e sentimenti, dediche e citazioni, rimandi e segreti simboli sonori. Un linguaggio nel linguaggio. Un contrappunto dell’anima che si fa vita vera.

Questo lavoro, dunque, che non rappresenta una ricerca storico-filologica, vuole invece, appassionatamente, mettere in scena le ragioni di questa storia commovente. E commossi guarderemo di nascosto e in punta di piedi nel salotto di casa Schumann, un salotto pieno di grande Musica, dove Robert e Clara si sono tanto amati e dove Johannes era sempre il benvenuto, come allievo, amico fidato e sostegno nei momenti più difficili.

Un salotto che immagino intessuto di filo rosso.

Cinzia Decataldo

pianista

Cinzia Decataldo si è diplomata in Pianoforte con 10, lode e menzione d’onore presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Paisiello” di Taranto sotto la guida di Flavio Manganaro. Sin da giovanissima si è affermata in varie rassegne e concorsi musicali classificandosi sempre fra i primi posti sia in qualità di solista che in formazioni cameristiche. Nel 2008 ha esordito come solista con orchestra, eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra KV 414 di Mozart con l’Orchestra Sinfonica dell’Istituto Musicale “Paisiello” di Taranto diretta da Domenico Longo. Ha frequentato i Corsi di Perfezionamento tenuti da Flavio Manganaro, Michele Marvulli e Filippo Gamba.

Nel 2012 ha conseguito il Diploma Accademico di II Livello in Discipline Musicali con 110/110 e lode. Agli studi pianistici ha affiancato lo studio della Composizione sotto la guida di Michele Pezzuto. Una sua composizione, Quintetto Concertante, è stata eseguita in occasione del prestigioso “Festival del XVIII secolo” nella città di Brindisi. Recentemente è stata eseguita in prima assoluta Syrinx, una composizione per il nuovo organo Zanin di Lignano Sabbiadoro (UD).

Nel luglio 2017 ha conseguito il Diploma Accademico di I Livello in Composizione sotto la guida di M. Pezzuto con 110/110 e lode. Per l’occasione ha diretto le sue Sei Bagatelle per Orchestra. Nel maggio 2018 ha composto e diretto Ad occhi chiusi, per pianoforte e orchestra, eseguito dall’Orchestra del Conservatorio “Duni” di Matera.

Ha partecipato ai corsi di perfezionamento e seminari in Composizione tenuti da Biagio Putignano a Ginosa (Taranto), Pučišća (Croazia) e Ivan Fedele a Lecce. Svolge un’intensa attività cameristica con diverse formazioni stabili e ha approfondito in particolare il repertorio per pianoforte e violoncello in duo con il violoncellista Antonio Cavallo, il repertorio per violino e pianoforte con la violinista Flavia Truppa, per flauto e pianoforte in duo con Marta Lorenza Grieco (Duo Les Nymphes), per trio corno violino e pianoforte con Tiziana Malagnini e Sofija Tomic (Trio Elettra). Con la flautista Ekaterina Polonskaya è stata ammessa e ha frequentato il corso speciale di perfezionamento in Musica da Camera con Pianoforte presso la Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida di Bruno Canino. Ha preso parte a numerose manifestazioni musicali e stagioni concertistiche sia in Italia che all’estero (Croazia, Turchia, Grecia). È inoltre interessata al repertorio contemporaneo e in particolare collabora con il compositore Biagio Putignano, di cui ha eseguito in prima assoluta la composizione per pianoforte solo Isole di suono e in prima assoluta la composizione per flauto e pianoforte Come un abisso, in duo con Ekaterina Polonskaya.

In qualità di vincitrice della sezione regionale del concorso “Musichiamoli tutti”, organizzato da ArciPuglia in collaborazione con ArciBologna, ha eseguito nel giugno 2017 il Concerto op. 20 di A. Scriabin con l’Orchestra Senzaspine di Bologna diretta da Tommaso Ussardi. Nel 2019, presso il Teatro Comunale di Taranto, ha collaborato con Nadir Garofalo e l’Orchestra Taras sia in veste di solista che in ensemble per Il Risveglio del Fauno, un evento celebrativo del personaggio debussyano, durante il quale sono state eseguite le sue Tre miniature per flauto e pianoforte. Nello stesso Teatro, nel 2021, nel concerto “Omaggio a Milva”, ha diretto l’Orchestra ICO della Magna Grecia, con i solisti Stefano Pietrodarchi e Cettina Urga.

Ha studiato Direzione d’Orchestra con i Maestri Mariano Patti, Daniele Belardinelli e Pablo Varela, conseguendo nel 2020 il Diploma Accademico di I Livello in Direzione d’Orchestra, con 110/110 e lode presso il Conservatorio “Duni” di Matera, con una tesi sulla Frühlingssinfonie (Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore op. 38 di Robert Schumann).

Nel Novembre 2021 ha diretto il concerto inaugurale dell’Orchestra Femminile della Magna Grecia a Taranto.

È docente di Pianoforte, Armonia ed Educazione musicale presso le scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia di Taranto e presso l’Accademia “Talenti – F. Tàrrega” di Sava.